Le materie prime, alla base della produzione di altri beni, sono materiali grezzi, utilizzati nei processi di lavorazione industriale e/o artigianale. Sono risorse naturali per le quali sussistono la possibilità tecnica e anche la convenienza.
Classificazioni di materie prime:
Esempio: il legname, i prodotti agricoli, i tessuti.
Esempio: il petrolio, una materia prima energetica, viene estratto allo stato grezzo e poi, con la processione di lavorazione (raffinazione) arriva al prodotto finale, la benzina.
Le materie prime sono classificate in categorie ed ognuna di esse raggruppa e rappresenta le principali risorse naturali del settore produttivo di cui fa parte.
Le materie seconde possono essere residui di lavorazione delle materie prime o materiali derivati dal riciclo di rifiuti.
Solitamente, esse sono recuperate direttamente dagli stabilimenti, come nella lavorazione siderurgica, quando gli scarti vengono fusi direttamente per ottenere nuova materia prima. Altrimenti essi sono prodotti del riciclaggio che, attraverso la raccolta differenziata, sfrutta nuovamente materiali già usati precedentemente.
Le materie prime sono essenziali per la produzione di una vasta gamma di beni, esse sono presenti in tutti i fattori, in ogni fase della catena di sviluppo. Sono un fattore cruciale per una base industriale. In Europa vengono considerate indispensabili per la crescita dell’economia.
Ma quali problemi comportano? Per prima cosa bisogna sapere che la nostra economia, ancora adesso, è improntata allo stato “linear”, cioè le materie prime vengono utilizzate al fine di avere un prodotto e, dopo aver raggiunto gli standard massimi di sfruttamento (limite del ciclo di vita), qualsiasi rifiuto viene gettato. Questo è dunque sinonimo di spreco, le materie prime si dividono in rinnovabili e non e queste ultime hanno la peculiarità di essere limitate, quindi di finire.
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, il consumo pro capite di energia e materiali è arrivato al triplo rispetto a quello consumato dai nostri antenati nel 1900, anche perché adesso le persone sul globo sono quasi 8 miliardi e non più 2. Va anche considerato che tutto il mondo della produzione, fin dal Novecento, si è basato su risorse rinnovabili, come il legno e i tessuti naturali, il momento di distacco è stato dato negli anni ’50 quando fu introdotta la chimica di sintesi, una produzione flessibile ed applicabile su grande scala, comoda, basata su una fonte abbondante come il petrolio, che spazzò le tecnologie industriali precedenti, senza, però, anche per le conoscenze del tempo, tenere conto dei costi e dell’ambiente.
Questi dati, sono solo per dire che le ricerche dimostrano come l’essere umano consumi più fonti di quelle che il pianeta può rigenerare e questo è un problema di sostenibilità.
L’economia circolare che, invece, sfrutta le materie seconde, è un modello economico che si allontana radicalmente da quello classico: propone un cambiamento nel quale i rifiuti vengono eliminati e riutilizzati attraverso il riciclaggio, in modo tale da creare un sistema a circuito chiuso, permettendo di ridurre al minimo l’uso delle risorse e la creazione dei rifiuti, anche tossici. La soluzione per risolvere problemi come l’inquinamento, la scarsità delle risorse e per il clima.
Per far questo è necessario una completa revisione dei processi produttivi, cambiare approccio al consumo e pure normativi, affinché sia possibile arrivare ad un’economia circolare senza sacrifici esagerati . Anche l’innovazione e la ricerca sono un grande supporto per il riciclo, e i fondi europei stanziati per questo svolgono un ruolo fondamentale. Un esempio? Horizon 2020, un programma di finanziamento alla ricerca e all’innovazione stanziato dall’Europa con una base di 80 miliardi di euro, che è stato determinante per attuare un’iniziativa in comune con PEI, partenariato europeo per l’innovazione, che permettesse un più facile accesso alle materie prime.
Per ora sono stati investiti 200 milioni di euro in iniziative simili, dimostrando e sviluppando la produzione sostenibile di materie prime, le azioni contribuiscono a migliorare i tassi di recupero dell’UE e ridurre la dipendenza verso le importazioni di materie prime estere, riducendo anche le emissioni di carbonio. Oltre a questi programmi ci sono molti strumenti, anche politici, utili alla causa. Ci sono misure di ogni tipo per diminuire l’estrazione di materie prime migliorando il riciclaggio, partendo dal consumatore, alle responsabilità del produttore, alla progettazione stessa dell’articolo. Bisogna promuovere dei servizi efficienti per le risorse, la riparabilità, ma anche la durabilità e resistenza stessa dei prodotti. Impedire l’obsolescenza programmata.
Qualsiasi mezzo si usi, arrivare ad un’economia circolare è indispensabile, affinché si riducano i livelli di sprechi e si preservino le risorse naturali.
Restano, però, a livello mondiale, alcune criticità legate soprattutto al mercato come la mancanza di norme omogenee fra i diversi Stati per i passaggi di materie seconde, c’è, inoltre, la necessità di mantenere alto il valore dei materiali riciclati, affinché si possano creare un mercato e anche da un punto di vista ambientale. Anche la sicurezza ha la sua fetta: è infatti necessario garantire l’attendibilità dei materiali e dei processi di recupero e /o riciclo riducendo o eliminando le sostanze pericolose, sia attraverso azione di prevenzione (non utilizzando dei materiali pericolosi) sia attraverso la corretta gestione dei rifiuti in modo da evitare contaminazioni, ma questo è reso arduo dalla mancanza di uno standard comune, sia a livello europeo, sia a livello mondiale, che permetta certezze sulla qualità delle materie prime e seconde, che mostri chiaramente che i livelli di impurezza siano stati verificati. Inoltre anche la sostenibilità del riciclo dovrebbe essere considerata, tutti i passaggi e i gradi di lavorazione.
Quindi, siamo giunti alla conclusione che il diverbio tra materie prime e seconde, non è dato da un costo eccessivo o una problematica qualitativa, ma solo da una mancanza di norme vigenti e, soprattutto, dalla complessità delle produzioni chimiche che dovrebbero essere analizzate caso per caso.